Hydro – La fede nel tempo della fede
Hydro – La fede nel tempo della fede

Hydro – La fede nel tempo della fede

Hydro – La fede nel tempo della fede

Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore – Nocera Superiore (SA)

8 ottobre 2024 -vernissage h 19:00

Tutti abbiamo sete.
L’uomo cerca disperatamente una fonte, soddisfare un bisogno primordiale di vita.
In fondo, quella della storia dell’uomo è inevitabilmente anche la storia dell’acqua.
A partire dalla Genesi, dalla creazione del mondo, in cui: “lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” e le acque, già c’erano.
L’acqua e la vita, o meglio, l’acqua è la vita. Già prima ancora della creazione del mondo e fino alle penultime parole di Cristo sulla croce “ho sete” in quel corpo tormentato dal dolore e dal bisogno di bere, prima che sia “tutto compiuto”.
Si inaugura sabato 18 ottobre 2024 -vernissage h 19:00 – la mostra “Hidro – la fede nel tempo della sete” fra le antiche mura del Battistero Paleocristiano del Complesso Monumentale di Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore.
Dieci artisti chiamati ad interrogarsi sul significato dell’acqua, nella storia e oggi, traendo ispirazione proprio dall’antico luogo: un Battistero quello di Nocera Superiore fra le architetture paleocristiane più imponenti d’Italia, con la realizzazione di dieci opere tutte pensate in “site specific”.

Una lunga gestazione quella degli artisti che saranno presenti all’interno del Battistero.
Antonio Carotenuto, Cristina Cianci, Mario Ciaramella, Max Coppeta, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Giovanni Cuofano, Eliana Petrizzi, Ernesto Terlizzi e Luigi Vollaro, che da mesi dialogano con il curatore della mostra, il critico d’arte Michelangelo Giovinale, che ha accolto l’invito del Gruppo Archeologico di Nuceria APS guidato dal Presidente l’architetto Pino Ruggiero, per innescare un confronto fra i temi e i simboli della storia e le espressioni dell’arte contemporanea.
Non più il Battistero come spazio espositivo ma le opere come parte strutturale e concettuale dell’architettura monumentale, integrate per fare “ponte” in continuità fra passato e presente.
La mostra si avvale di un’ampia rete istituzionale, con il patrocinio della Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Nocera, Ufficio Diocesano Beni Ecclesiastici e edilizia di culto, del Museo San Prisco e della Parrocchia Santa Maria Maggiore, guidata spiritualmente da Don Fabio Senatore che ha accolto il progetto come valido esempio da seguire di come dovrebbe essere fruito un luogo di culto e di spiritualità, con una progettualità che co orienti sul cammino della vita e percorsi della fede. “Il nostro battistero paleocristiano -dichiara don Fabio- è un luogo dove l’intreccio tra arte, storia e spiritualità permette anche al visitatore più distratto e lontano dalla fede di entrare in una dimensione di trascendenza. Questo spazio sacro perciò impone a noi di non rompere questa sua armonia ma di inserirci nel suo contesto in punta di piedi.
Per questo motivo ho accolto con molto favore l’idea di una mostra “site specific” modellata sugli spazi e sui temi propri del luogo. Il titolo della mostra “Hydro, la fede nel tempo della sete” ben sottolinea come in questo tempo di arsura spirituale questo luogo, nato per fare sgorgare l’acqua del battesimo, possa essere ancora porta d’accesso alla fede per il viandante assetato dei nostri giorni.
Affiancano il parterre istituzionale anche partner privati, aziende del territorio che sanno fare “cordata” sui temi di arte e cultura.
“E’ una mostra discreta, silenziosa che abita il luogo” – racconta Giovinale – con opere che si inseriscono negli anfratti, fra le fessura dell’architettura, come a doverle “necessariamente” cercare nel cammino che circoscrive l’anello del battistero, fra le colonne che ruotano tutt’intorno alla vasca battesimale.
Dieci testimonianze dell’arte di oggi, che si innestano fra i segni e i simboli che per secoli hanno scandito la vita e i riti del luogo, sulla quella via che da Paestum si proiettava verso la grande Pompei.
“La penso come una mostra laica” – chiosa Giovinale – nel senso più ampio e inclusivo del termine, nonostante il portato spirituale che impregna la totalità delle opere.
Una mostra che ci interroga, scuote, su questo bisogno di sete, atavico dell’uomo moderno. Ma che sete è una sete priva di fede?