SENZA PESO – lo spazio fra disegno e materia – 8 ottobre 2022
SENZA PESO – lo spazio fra disegno e materia – 8 ottobre 2022

SENZA PESO – lo spazio fra disegno e materia – 8 ottobre 2022

Ugo Cordasco

Senza Peso

lo spazio fra disegno e materia

editing: Michelangelo Giovanile

 

Presso Spazio Vitale AVERSA, P.zza Marconi 18

sabato 8 ottobre 2022 – h 19.00

 

Michelangelo Giovinale

SENZA PESO

lo spazio fra disegno e materia

Nulla sembra appartenere all’universo della scultura, nonostante queste opere di Ugo Cordasco, tessute nel silenzio, siano di materie pesanti, di ferro e acciaio, punti di saldatura, intimamente attraversate da un afflato spirituale, uno stato di grazia che ne decanta esiti formali di assoluta leggerezza.

 

Exibart - Ugo Cordasco - Senza PesoL’arte sta nel levare, o almeno, nel saper conservare l’espressione primordiale della sua poesia, in quel componimento di disegni essenziali di semplicità assoluta, che anticipano lo studio di ogni sua creazione e che restano immutati nella materia fino alla fine, in ogni suo punto d’arrivo.

In fondo, questo spazio di leggerezza fra disegno e materia, di progressivo svuotamento di ogni sua forma, fino ad impoverire ogni spessore, non trattenere nulla che non sia strettamente necessario è anche un riflesso della personalità dell’artista.

Ciò che ha fatto scrivere a Italo Calvino che dirsi leggeri non è qualcosa che sta nelle superficie delle cose, piuttosto in una profondità della leggerezza, nel saper guardare la bellezza delle cose e del mondo, francescanamente rinnegando ogni idea di solidità e di peso. E ci dice anche Cordasco parlando della sua intimità che la fragilità é la nostra condizione umana è solo attraverso il linguaggio della fragilità noi possiamo davvero sfiorare le cose che fragili non sono. L’assenza di peso, è il parametro strutturale di ogni opera d’arte di Cordasco.

Qualcosa che decanta sempre in uno stato di quiete e riposo, una condizione umana che si riscontra nell’opera, lirica e riflessiva, meditativa, di linee e di superfici senza tempo e di torsioni intorno al vuoto di grandi silenzi.

Se è vero, come è vero, che Lucio Fontana tagliava la materia per cercare l’infinto, nell’opera di Cordasco l’infinito è nella ricerca continua di una quarta dimensione. In quelle forme che restano sospese nello sguardo, incontaminate e coerenti fra visioni e creazioni, indispensabili antidoti ad ogni pesantezza e che tanto si scontrano con la più banale tridimensionalità della nostra contemporaneità.

Corriere del Mezzogiorno - Cordasco in mostra tra disegno e materiaCiò che si realizza è una condizione spirituale, siano essi i tratti sulla carta di disegni e appunti che le strutture innalzate alte nello spazio, in quelle forme essenziali del creato, alberi, fiumi, profili di monti, luoghi della storia e della memoria, ma anche il vento e il mare, la notte, il buio e la luce che libera da ogni angoscia.

Nonostante il dolore e le zavorre della vita, le piaghe di fuoco che restano impresse come cicatrici sulla pelle delle superfici, i cieli di ferro e le foglie d’autunno, nella ricerca di Cordasco tutto appare come pacificazione. Silenzioso e discreto dialogo con il resto del mondo, di un uomo che sa riconosce fra i detriti della vita, la bellezza eterea del creato, di umiltà e di assoluta povertà.

E’ sempre un doversi chinare sulle cose, amando fino all’estremo i profumi, i suoni, i colori, freschi come carni di bambini, dolci come il suono dell’oboe, verdi come le praterie – scriverà Charles Baudelaire nei Fiori del male – in quell’alfabeto di segni e di simboli, che ritroviamo immanenti come sostanza invisibile che penetrata con forza il suo immaginario e la sua opera.

Per imparare a vivere, dobbiamo prima imparare a morire. Non trattenere nulla per se, liberarci dal superfluo. Ugo Cordasco indica da anni nella sua ricerca la via di un processo di smaterializzazione della forma.

Non sappiamo vivere perché non sappiamo morire. Sarà per questo che, puntualmente, innanzi alla sua opere si ha la sensazione di essere già fuori dal tempo, in uno spazio extratemporale e senza peso, dove tutto è compito per mano dell’artista, perchè tutto ricondotto all’essenza delle cose.

E’ un Cordasco immateriale l’ultimo Cordasco – un paradosso per uno scultore- che non teme la morte dietro di se, per questo libero, in quei disegni e in quelle sculture che si replicano da infinto a infinito, fedeli e immutate fra intuizioni e creazioni verso orizzonti di luce. Di luci senza tramonto.

Mediavox Scrive Norma D’Alessio sul Magazine MEDIAVOX:

L’artista, ormai nel pieno della maturità, ha mostrato in questa occasione una splendida sintesi del suo percorso esistenziale e poetico. Passando attraverso l’esperienza di architetto legato oltre che alla progettazione edilizia, all’estetica e allo sguardo urbano, Ugo ci dà concreta testimonianza del suo amore per la materia da un lato e il trascendente dall’altro.
Vent’anni di attività professionale, che per difficoltà logistiche ed economiche vedono i suoi migliori lavori non realizzati, valgono ad approdare a una crisi esistenziale secondo lui fruttuosa: ‘Ciascuno di noi dovrebbe avere almeno una crisi nella vita, perché la crisi è l’occasione migliore per rifondarla la propria vita’… Continua a leggere